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Ti senti sfigato? forse stai troppo su Facebook.

Pubblicata sulla rivista scientifica della Università di Harvard una ricerca sulla relazione fra benessere personale e utilizzo di Facebook.

Holly B. Shakya e Nicholas A. Christakis sono i ricercatori che hanno studiato per due anni un campione di oltre 5200 persone adulte, cercando riscontri statistici fra l’uso di questo social media e alcuni indicatori della stato di salute psico-fisico della persona, cioè il livello di soddisfazione della vita, il benessere mentale, il benessere fisico e l’indice di massa corporea.

Prima di questa altre ricerche avevano fatto notare la dipendenza negativa fra un consistente utilizzo dei social media e la qualità delle relazioni reali fra le persone.

Dai dati forniti dalla stessa Facebook emerge che l’utente medio trascorre sul sito quasi un’ora al giorno da un sondaggio di Deloitte si ricava che un grande numero di utenti controlla i suoi social media come prima azione del mattino, spesso ancor prima di alzarsi dal letto.

Questo si traduce in un aumento di sedentarietà, una diminizione della intensità delle relazioni reali ed anche in una riduzione dell’autostima causato dal confronto sociale sfavorevole che emerge dal trovarsi di fronte a profili che spesso appaiono più soddisfatti e vincenti del proprio.

Nella ricerca condotta ad Harvard è emerso che mentre i social media sono in generale associati positivamente al benessere generale della persona, l’uso di Facebook è invece associato negativamente, in particolare per quanto riguarda la salute mentale.

E’ emersa una evidente relazione fra l’abitudine a due precise “azioni” e una tendenza al peggioramento della salute mentale, del benessere fisico e della soddisfazione alla vita.

Le azioni in questione sono: indicare “mi piace” ai contenuti altrui e cliccare indiscriminatamente sui link.

A differenza di ricerche precedenti sull’uso dei social media, dai risultati dello studio di Harvard emerge anche che non si tratta solo di una questione di qualità nel modo di utilizzare Facebook, ma anche di quantità.

Quindi un uso prolungato del sito può portare ad un aumento delle problematicità personali.

Sicuramente si tratta di un argomento molto complesso che richiederà nuovi e ulteriori studi allargati ad un insieme più vasto di social media.

Un parametro che però sembra emergere con certezza è che molti soffrono il confronto in modo fortemente negativo con i profili altrui e probabilmente questo dipende dal fatto che si tende inconsciamente a ritenere “vero” ciò che gli altri pubblicano di sè, siano immagini o contenuti, mentre di se stessi si conosce esattamente la verità.

L’articolo originale può essere letto a questa pagina.