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Come stiamo messi a conoscenza, qui, adesso?

R. Buckminster Fuller, futurista ed inventore, nel suo libro Critical Path pubblicato nel 1982 ha preso in considerazione la somma di tutte le conoscenze accumulate dall’umanità a partire da 200.000 anni fa fino alla nascita di Cristo.evolution-24560_640

Per semplificare il concetto ha quantificato tutta quella conoscenza come uguale a 1 unità di informazione. Utilizzando questo punto di riferimento ha ricavato che sono stati necessari altri 1.500 anni per raddoppiare la quantità totale di conoscenza, cioè per passare a 2 unità di informazione. Poi con l’introduzione della stampa, il ritmo di crescita nella conoscenza umana ha iniziato ad accelerare in quanto il sapere ha iniziato a circolare e ad essere condiviso fra molte persone, così il successivo raddoppio della conoscenza si è verificato in soli 250 anni. Nel 1900 (circa 150 anni dopo), la conoscenza umana era nuovamente raddoppiata. Alla fine della seconda guerra mondiale, il raddoppio della conoscenza è avvenuto in soli 25 anni. Nell’anno di pubblicazione di Critical Path, Fuller ha stimato che la conoscenza umana era raddoppiata in 18 mesi. Negli anni ’90 si è stimato un raddoppio ogni 13 mesi. Con l’era di internet e di altri progressi nella comunicazione umana e la grande cprogresso-umanoapacità di memorizzazione e condivisione dei dati, ha portato IBM a prevedere che la conoscenza umana sia destinata ben presto a raddoppiare ogni 12 ore.

Il grafico rappresenta più o meno la curva di crescita della conoscenza umana al passare del tempo.

Ma all’orizzonte c’è ben altro.

Questo modello che indica il progresso umano in movimento sempre più veloce col passare del tempo, è quello che lo scienziato e futurologo Raymond Kurzweil chiama legge dei Ritorni Accelerati (“Law of Accelerating Returns”). Per Kurzweil questo accade perché le società più avanzate hanno la capacità di progredire ad un ritmo più veloce rispetto alle meno avanzate.
Kurzweil suggerisce che il progresso di tutto il 20° secolo sarebbe stato raggiunto in soli 20 anni al ritmo di avanzamento nel 2000, in altre parole, entro il 2000, il tasso di progresso è stato cinque volte più veloce rispetto al tasso medio dei progressi durante tutto il 20° secolo. Egli ritiene che tra il 2000 e il 2014 si è avuta la stessa crescita avvenuta nel 20° secolo e che entro il 2021, in soli sette anni, ci sarà una crescita del progresso umano pari a quella dei primi 14 anni di questo secolo. Fra meno di venti anni secondo Kurzweil il raddoppio del progresso accadrà più volte nello stesso anno e, poco dopo, in meno di un mese. Tutto sommato, a causa della legge dei Ritorni Accelerati, Kurzweil ritiene che il 21° secolo raggiungerà 1.000 volte lo stato di avanzamento del 20° secolo.
Se le previsioni di Kurzweil e degli altri studiosi che condividono il suo pensiero sono corrette, allora possiamo immaginare che se ci addormentassimo oggi e poi ci svegliassimo nel 2030 saremo così spiazzati da ciò che vedremmo intorno a noi come se oggi si svegliasse una persona addormentata nel 1750. Probabilmente il mondo nel 2050 sarà così diverso da quello odierno che riusciremmo a malapena a riconoscerlo.

Questa non è fantascienza. E’ quello che molti scienziati ci stanno dicendo che dovremmo logicamente prevedere.

hands-1248727_640E allora perché, quando ci sentiamo dire qualcosa del tipo “fra 35 anni il mondo potrebbe essere totalmente irriconoscibile rispetto a quello che conosciamo oggi,” rimuoviamo la nostra attenzione e non sappiamo esattamente cosa immaginare?

Le ragioni sono molteplici e dipendono tutte dal fatto che riusciamo a trarre conclusioni basandoci su ciò che sappiamo, dato che la nostra mente non può avvalersi compiutamente di ciò che ancora non sa. Vediamone le principali.

Quando si tratta di storia, pensiamo in linea retta.

Quando immaginiamo lo stato di avanzamento dei prossimi 30 anni, usiamo la nostra percezione del progresso dei precedenti 30 anni come indicatore di quanto probabilmente accadrà. E’ più intuitivo per noi pensare in modo lineare, ed invece dovremmo pensare in modo esponenziale. Non è sufficiente neppure prendere come riferimento l’attuale tasso di progresso e immaginare cosa accadrà basandoci su di esso. Sarebbe una previsione più accurata rispetto al gettare in avanti il progresso degli ultimi 30, ma ancora lontana dalla realtà. Se vogliamo pensare al futuro in modo corretto, è necessario immaginare che “le cose” si muovono ad un ritmo molto più veloce di quanto non si muovono ora.

La traiettoria della storia recente somiglia ad una curva ad S.

 

Quando un nuovo modello spazza il mondo si genera una onda di avanzamento somigliante ad una S che passa attraverso tre fasi:
1. Crescita iniziale lenta
2. Crescita rapida
3. Crescita stabilizzata prima del nuovo modello.
Se pensiamo alla storia molto recente, la parte della curva a S in cui siamo in questo momento può non colpire la nostra percezione di come le cose stanno avanzando velocemente. Il periodo di tempo tra il 1995 e il 2007 ha visto l’esplosione di Internet, l’introduzione di Microsoft, Google, Facebook e della coscienza pubblica, la nascita dei social networking, l’introduzione di telefoni cellulari sempre più performanti ed intelligenti. Il periodo dal 2008-2015 apparentemente è stato meno innovativo, almeno sul fronte tecnologico alla portata dell’uomo comune. Questa è quella parte di curva di crescita ad S che sembra meno ripida e questo potrebbe portare ad esaminare gli ultimi anni come riferimento per valutare il tasso di avanzamento che ci attende, ma non è così perchè alla maggior parte delle persone manca il quadro generale della situazione, quella che sta covando nei laboratori di ricerca, nelle industrie, nei poteri decisori, nei potentati dell’informazione. In realtà, un nuovo, enorme scatto di crescita si sta preparando proprio in questo momento.

La nostra esperienza ci fa sembrare come dei “vecchi testardi” riguardo al futuro.

Noi basiamo le nostre idee sulla nostra esperienza personale. L’esperienza ha radicato nelle nostre teste il concetto del “modo in cui le cose accadono”. Anche la nostra immaginazione è limitata dalla nostra esperienza precedente e la usiamo per evocare previsioni sul futuro, spesso, non sappiamo cosa immaginare oltre a quello che ci viene in mente dalla visione di film o altre rappresentazioni a cui abbiamo assistito (anche la visione di film rientra nel pacchetto di “esperienze” che raccogliamo nella nostra mente!). Quando sentiamo una previsione sul futuro che contraddice la nostra nozione basata sull’esperienza di come funzionano le cose, il nostro istinto è quasi sempre quello di giudicare la previsione con ingenuità. In un prossimo articolo, ad esempio, vi mostrerò che presto si potrà vivere fino a 150 o 250 anni o addirittura che non si morirà più. Naturalmente la prima reazione sarà quella di giudicare stupida questa affermazione visto che da sempre la storia ci mostra che tutti muoiono, prima o poi. E’ vero, nessuno in passato non è morto. Ma è anche vero che nessuno ha mai volato sugli aerei prima della loro invenzione.

display-dummy-915120_640Il fatto è che, se vogliamo ragionare veramente in modo logico dovremmo concludere che molto, molto, molto di più dovrebbe cambiare nei prossimi decenni di quanto ci aspettiamo in modo intuitivo. La logica suggerisce anche che se la specie più avanzata su un pianeta continua a fare salti sempre più grandi in avanti ad un ritmo sempre più veloce, ad un certo punto, faranno un salto così grande che si altererà completamente la vita come la conosciamo e la percezione che abbiamo di ciò che significa essere “esseri umani”, un po’ come quando l’evoluzione preistorica continuava a farci fare grandi salti verso l’intelligenza fino a quando, finalmente, un grande salto è stato tale da rendere l’essere umano completamente diverso da qualsiasi creatura vivente sul pianeta Terra.

Se dedicate un po’ di tempo a leggere e ad informarvi su quello che sta succedendo oggi nel campo della scienza e della tecnologia, iniziereste a vedere un sacco di segni che lasciano facilmente intendere come la vita, come noi la conosciamo attualmente, non è in grado di contenere il prossimo grande salto che sta arrivando.