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La strada verso la Superintelligenza

Che cosa è l’intelligenza artificiale?

Mettetevi belli comodi, questo post sarà impegnativo, ma dovrebbe anche darvi le giuste emozioni e chiarire da che parte state. Molti sono abituati a pensare che l’intelligenza artificiale sia un concetto creato dalla letteratura di fantascienza, qualcosa di rimbalzante fra stupidità ed eccezionalità. Ma vi sarete accorti che negli ultimi mesi l’argomento è stato ripreso da persone abbastanza serie, trasmissioni televisive e dalla stampa, anche se alla fine il concetto di intelligenza artificiale continua a restare vago come lo era prima.

Nel mio piccolo vi rimando ai post che ho pubblicato in occasione del match fra un software ed una persona; li trovate qui e qui. imagen-2-ojos-bc3baho

La maggior parte delle persone ha le idee molto confuse sul significato di intelligenza artificiale, principalmente per tre motivi:
1) associamo il concetto con quello che abbiamo visto al cinema. Da Guerre Stellari a Terminator, da 2001: Odissea nello spazio a Blade Runner (quanto ho amato questo film!!) ci hanno mostrato una sequela di situazioni fantasiose, di personaggi e di robot. Il risultato nella nostra testa è che l’intelligenza artificiale somiglia ad un brodino di fantasia.
2) l’intelligenza artificiale è un argomento vasto, molto vasto!. Si va dalle funzionalità degli smartphone alle auto senza guidatore fino a qualcosa che in futuro potrebbe cambiare in modo drammatico il mondo come lo conosciamo. L’intelligenza artificiale si riferisce a tutte queste cose, perciò è ovvio che il termine sia fonte di confusione.
3) usiamo l’intelligenza artificiale praticamente tutti i giorni, ma spesso non ce ne rendiamo conto. John McCarthy, che ha coniato il termine “Intelligenza Artificiale” nel 1956, ha commentato che “non appena la si utilizza, si smette di chiamarla intelligenza artificiale” perchè nel nostro immaginario questo concetto ci sembra adatto a qualcosa di futuristico e non ad una realtà usabile. Sorvoliamo (ma solo per ora!) su un concetto “pop” di qualche decennio fa dove il termine intelligenza artificiale veniva sempre associato a qualcosa che “non arrivava mai a buon fine”.

Adesso chiariamo un po’ di cose altrimenti si rischia di perdere la direzione di marcia del ragionamento.

In primo luogo smettiamo di pensare sempre ai robot. Un robot può essere un contenitore per l’intelligenza artificiale, ma l’intelligenza artificiale è quella contenuta nel computer che governa il robot. L’intelligenza artificiale è il cervello e un robot può essere un suo corpo, se è necessario dargli un corpo. Ma tante volte non serve un corpo con sembianze più o meno umane per utilizzare i risultati dell’intelligenza artificiale. Un esempio? Siri. Il software che gestisce i dati dietro Siri è un tipo di intelligenza artificiale, la voce della donna che sentiamo è una personificazione di quella intelligenza artificiale per rendercela più simpatica, ma non c’è un robot dalle forme umanoidi che agisce sotto Siri. woman-1060921_640
In secondo luogo facciamo lo sforzo di tenerci vicino un concetto fisico-matematico che ci sarà utile nei prossimi passaggi di questo post. Probabilmente avete sentito il termine “singolarità” o “singolarità tecnologica”. Questo termine è stato usato in matematica per descrivere una situazione simile ad un asintoto in cui le normali regole non valgono più. Viene utilizzato anche in fisica per descrivere fenomeni estremi come l’infinitamente piccolo, la densità dei buchi neri o il punto che racchiudeva tutto l’universo prima del Big Bang. In queste situazioni non si applicano le normali leggi fisico-matematiche che descrivono il mondo come lo conosciamo. Nel 1993, in occasione del simposio organizzato dalla NASA e dal Ohio Aerospace Institute, Vernor Vinge presentò quello che divenne il suo famoso saggio sulla Singolarità, cioè su quel momento futuro in cui l’intelligenza della nostra tecnologia supererà l’intelligenza umana. Da quel momento, per Verge, la vita come la conosciamo cambierà per sempre e non sarà più possibile applicare le regole che oggi conosciamo. Nel mio post precedente ricorderete che ho citato Ray Kurzweil e la sua legge dei ritornoi accelerati. Ecco che il momento di Singolarità di Verge di fatto equivale al momento in cui la legge dei Ritorni Accelerati ha raggiunto un ritmo così estremo che il progresso tecnologico sta avvenendo a un ritmo apparentemente infinito, e dopo il quale ci ritroveremo a vivere in un nuovo mondo.

In terzo luogo mettiamo ordine ad un concetto fondamentale riguardo l’intelligenza artificiale. Ci sono molti tipi o forme di intelligenza artificiale, perciò conviene riferirsi ad essa seguendo una suddivisione in almeno tre principali livelli:

Intelligenza artificiale ristretta (ANI = Artificial Narrow Intelligence): è il primo livello, a volte indicato come intelligenza artificiale debole è l’intelligenza artificiale che si specializza in un ambito specifico. Ad esempio i software sviluppati per gare di scacchi o di Go. Ma le gare di scacchi o di Go sono l’unica cosa che sanno fare. Non si può chiedere a questi software di elaborare un modo migliore per memorizzare i dati su un disco rigido, non saprebbero rispondere.
Intelligenza artificiale generale (AGI = Artificial General Intelligence): è il secondo livello, a volte indicato come intelligenza artificiale forte, o umana. Si riferisce a un computer che è intelligente come un essere umano su tutta la linea, una macchina in grado di eseguire qualsiasi compito intellettuale che può compiere un essere umano. La creazione di una AGI è un compito molto più difficile che creare una ANI, e infatti siamo ancora piuttosto distanti dal riuscire a farlo. La professoressa Linda Gottfredson dell’Università del Delaware descrive l’intelligenza come “una capacità mentale molto generale che, tra le altre cose, prevede la capacità di ragionare, pianificare, risolvere i problemi, pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, imparare in fretta, e imparare dall’esperienza.” L’AGI sarebbe in grado di fare tutte queste cose con la stessa facilità.
Superintelligenza artificiale (ASI = Artificial Super Intelligence): il filosofo e grande teorico di intelligenza arificiale all’Università di Oxford Nick Bostrom definisce la Superintelligenza Artificiale “un intelletto che è molto più intelligente di quanto lo possano essere i migliori cervelli umani praticamente in ogni campo, tra cui la creatività scientifica, la saggezza in generale e le abilità sociali.” Questa superintelligenza può variare da quella di un computer che è solo un po’ più intelligente di un essere umano a uno che è migliaia di miliardi di volte più intelligente, su tutta la linea.

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ASI è il vero motivo per cui sto affrontando questo ragionamento sulla intelligenza artificiale.

ASI è il punto di svolta dell’umanità ed è ciò che darà senso ai termini “immortalità” ed “estinzione” che utilizzerò più volte nel mio post.

In questo momento gli esseri umani hanno sviluppato il primo livello dell’intelligenza artificiale, quello che ho indicato con ANI. ANI si presenta già in varie forme ed è ovunque già a disposizione dell’essere umano. La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è lungo la strada che da ANI, attraverso AGI, arriverà ad ASI.

Una strada che potrà avere molte curve, accelerazioni o frenate e che potrebbe persino non realizzarsi del tutto. Ma se si realizzerà, cambierà tutto. Nel prossimo post proverò a raccontarlo.