Politica

Romagna, se ci sei, batti un colpo. (#2)

E che sia bello forte, perché deve essere la voce di 3 province dove vivono 1 milione e 200 mila cittadini.

In questa seconda parte diamo una occhiata ai numeri del turismo in Romagna, ma non solo, per misurare i valori in gioco nel quadro generale.

Uno degli indicatori dell’importanza del turismo in una certa area è il numero di camere d’albergo rispetto ai suoi abitanti.

In base a questo criterio Rimini è la provincia più turistica d’Italia con oltre 220 camere ogni mille abitanti.La seconda classificata è la provincia autonoma di Bolzano con 140 camere ogni mille abitanti.

Al terzo posto la provincia di Olbia-Tempio Pausania con poco più di 100 e quarta la provincia di Trento con meno di 90.

Le altre province romagnole hanno rispettivamente oltre 50 camere su mille abitanti quella di Ravenna e poco meno di 50 quella di Forlì-Cesena.

Per dare un termine di paragone la provincia di Venezia ne ha meno di 60, quella di Firenze 20 e quella di Roma 15.

Ma se invece delle camere si considera il numero degli alberghi presenti sul territorio, la provincia più dotata di strutture è quella di Bolzano con circa 4000, cioè più del totale degli alberghi della Romagna (Rimini + Ravenna + Forlì Cesena arrivano a meno di 3500).

Anche qui per dare un termine di paragone si consideri che nella provincia di Roma risultano in totale circa 1500 alberghi e circa lo stesso numero nella provincia di Trento mentre a Venezia sono meno di 1200 e a Firenze meno di 600.

Viene d’obbligo subito una valutazione: in Romagna abbiamo una media di 35 camere per albergo (la provincia di Rimini poco meno, quelle di Ravenna e Forlì Cesena poco più) e siamo praticamente in linea con la media nazionale che è di 32, mentre a Bolzano c’è una media di 18 camere per albergo.

Per il comparto alberghiero il Trentino-Alto Adige è regione leader con il 13% delle presenze rilevate in Italia, al secondo posto il Veneto con circa il 12%, poi la Lombardia e l’Emilia Romagna con l’11% e il Lazio con il 9%.

Negli esercizi extralberghieri invece la regione leader è il Veneto, con il 25% delle presenze totali, poi la Toscana con il 16%, il Trentino – Alto Adige con l’8%, la Lombardia e l’Emilia Romagna con circa il 6% entrambe.

Queste classifiche degli Arrivi e presenze dipendono dalla diversa permanenza media dei turisti che risulta più alta nei casi in cui le destinazioni turistiche offrono soprattutto un turismo balneare o montano estivo e certamente più bassa in quelle dove prevalgono le città d’arte e d’affari.

La regione dove i turisti soggiornano più a lungo è la Calabria, con una media di 5,2 giornate di presenze per ogni turista arrivato, poi la Sardegna con 4,7 , il Trentino-Alto Adige con 4,3 , le Marche con 3,6.Le regioni con la minore permanenza media sono l’Umbria (1,9 giorni) la Lombardia (2,2), il Piemonte ed il Lazio entrambe con 2,5 giorni.

Questi numeri però non ci bastano per avere una fotografia della situazione. Se separiamo le presenze dei turisti stranieri da quelle degli italiani abbiamo una indicazione importante.

Gli stranieri che si fermano negli alberghi scelgono principalmente il Veneto ed il Trentino Alto Adige (entrambi circa per il 16%), la Lombardia (13%), il Lazio (12%) e la Toscana (10%). La Romagna è diverse posizioni indietro, con solo il 3%.

I clienti d’albergo italiani, invece, si fermano soprattutto in Emilia Romagna (16%) ed in particolare nelle tre province della Romagna che da sole rappresentano il 13%, nel Trentino–Alto Adige (11%), in Lombardia (9%), in Veneto (8%) e in Toscana (8%).L’Emilia Romagna e quindi la regione preferita dagli italiani, ma non lo è da parte degli stranieri.

Questo risulta anche dal dato interno regionale che vede globalmente un misero 26% di stranieri a fronte di una media nazionale del 49%.

Si ferma qui la seconda parte del ragionamento che vi proponiamo.Sono stati esposti alcuni dati. Non tutti avranno avuto la pazienza di leggerli.

Gli esperti ne trattano in grandissima quantità, anzi più ne hanno e più sono felici perchè la comprensione di un fenomeno economico e sociale non è più, da decenni, solo ragionare con la pancia.

Complimenti a chi ce l’ha messa tutta per arrivare fino in fondo e soprattutto a chi vuole segnalare inesattezze madornali. Nessuno siamo perfetti, come dice Andrea Mingardi in una suo bel brano.

L’intento non era quello di fare della scienza sul decimale, ma di preparare il terreno per un ragionamento che verrà più avanti in queste puntate.

Purtropo in queste settimane stiamo vivendo il peggiore dei momenti possibili, abbiamo davanti il peggiore degli scenari possibili. Siamo tutti barricati in casa e, perchè no, questo può essere il momento giusto per ragionare e progettare sul dopo.

Arrivederci alla terza parte.